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L'opposizione (senza la lista Rapinese) propone una delibera: ricetta per il problema migranti a Como

Documento condiviso da Civitas, PD, M5S e Como Civica. Magatti: "Confidiamo nella maggioranza per approvarlo"

Quattro dei cinque gruppi di opposizione in consiglio comunale di Como hanno condiviso e presentato in conferenza stampa giovedì 7 settembre 2017 una delibera d'indirizzo da discutere in una delle prossime sedute. Il documento chiede, in sintesi, al sindaco Mario Landriscina di farsi promotore di un "protocollo tra prefettura, città capoluogo e comuni della provincia per un'accoglienza equilibrata, sostenibile e diffusa dei richiedenti la protezione internazionale". Inoltre la delibera dà mandato al sindaco di "avviare entro il corrente anno, coerentemente a quanto previsto dal PEG, le procedure di adesione al progetto Sprar/Anci, richiedendo contestualmente
il previsto supporto per la predisposizione dei progetti da avviare sul territorio comunale e, ove possibile, dei comuni della provincia disposti a consorziarsi".
Lo Sprar è il sistema di protezione per i richiedenti asilo e i rifugiati, cioè è una rete di Comuni che vi aderiscono che possono interagire tra di loro al fine di ridistribuire sul territorio i migranti da ospitare. Ad oggi nessun Comune della provincia di Como fa parte dello Sprar.

Chi propone la delibera

A presentare la delibera c'erano in conferenza stampa i consiglieri comunali Bruno Magatti di Progetto Civitas, Stefano Fanetti del PD, Vittorio Nessi di Como Civica e Fabio Aleotti di M5S. Mancava, dunque, un rappresentante della lista Rapinese Sindaco (lista più rappresentata in minoranza con 4 consiglieri). A tal proposito Magatti ha spiegato che "la lista Rapinese non è stata neanche contattata da noi poiché la loro proposta di istituire un coprifuoco alle 20 per i migranti di Como non lascia spazio a possibilità di condivisione di una possibile linea politica visto il tipo di approccio allla problematica".

La condivisione e l'approvazione della delibera, invece, è auspicata con la maggioranza, ha spiegato Magatti. Il consigliere Nessi, invece, dal canto suo ha spiegato che tale delibera "coincide con il nostro programma elettorale che prevede legalità, accoglienza diffusa e integrazione".

Il ruolo di refettura e ministero

Di fatto la delibera d'indirizzo qualora fosse approvata non consentire di adottare misure o souluzioni immediate ma pone le base per una soluzione a lungo termine. Infatti l'eventuale protocollo impegnerebbe "gli organismi superiori e in particolare la Prefettura a procedere a una ripartizione territoriale dei posti da destinare all’accoglienza conforme alle direttive del Ministro dell’Interno dell’11 ottobre 2016 e del 5 gennaio 2017, che ricomprenda sia i posti Sprar attivi sul territorio o che verranno attivati nel corso dell’anno sia le presenze nei CAS, e senza che l'assegnazione riguardi ne' unicamente ne' preferibilmente i comuni sottoscrittori del protocollo".

Il ruolo dei Comuni della provincia

La delibera, inoltre, impegna i Comuni aderenti al protocollo:
- ad accogliere gradualmente nel proprio territorio, in collaborazione con le associazioni del terzo settore e le organizzazioni aventi finalità sociali, un numero di cittadini stranieri richiedenti protezione internazionale, secondo una ripartizione di posti computata proporzionalmente alla popolazione residente
-a collaborare con le associazioni del terzo settore e le organizzazioni aventi finalità sociali a reperire unità abitative, in modo tale che questa scelta non sia, come accade oggi, esclusivamente affidate a costoro 
- a formalizzare l’istituzione di un Tavolo di coordinamento per il progetto di accoglienza diffusa, per governare razionalmente il sistema dell’accoglienza, coordinare l’azione con i livelli istituzionali preposti, garantire il rispetto degli standard di qualità previsti dalle leggi vigenti in materia e un impatto sociale sostenibile per il territorio
- a collaborare con la rete di volontari e di cittadini". 

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